Non ti abbiamo spartito e neanche viziato. E che ti amammo è ormai acqua passata. Io porto in petto la tua bella immagine, Valja, Aleša invece sul petto se l’è tatuata. E quel giorno che ci salutammo alla stazione, Di ricordarti sino alla tomba io promisi. «Non scorderò mai Valja in vita mia!» dissi. «Né tanto meno io!» mi rispose Aloša allora. E adesso decidi per chi di noi è peggio, E per chi è più triste, raccapezzati un po’! Lui si porta il tuo profilo tatuato di fuori E io invece ho l’anima trafitta di dentro. E quando sto così male da buttarmi a mare - Ma che queste parole mie non ti offendano! - Prego Aleša di sbottonarsi la camicia E guardo te, guardo te per ore intere.         Sì, lo so che diffamare gli amici non sta bene, Eppure è un fatto che tu mi sei più cara e vicina, Perché il tatuaggio mio, o diciamo meglio il tuo, È assai più bello e migliore che non il suo.
© Pietro Zveteremich. Traduzione, 1972