Questa notte per me è fuorilegge, È nel cuore della notte che nascono le mie canzoni. Impugno il disco del telefono E compongo l’eterno zero sette. Signorina, buongiorno, che nome ha? Lusia Il settantadue, aspetto, trattengo il respiro. No, è impossibile. Sono sicuro, lei è là. Ah! Ecco, rispondono: «buongiorno, sono io». Questa notte per me è fuorilegge. Io non dormo, grido. Più presto... Perché mi propone quello che amo A credito, a rate mensili che si trascinano... Signorina, ascolti, il settantadue. Non posso aspettare, il mio orologio è fermo. (Al diavolo queste linee). Domani prendo il volo. Ah, ecco rispondono: «Buongiorno, sono io». I1 telefono per me è un’icona E l’elenco un vero trittico, La telefonista, diventata madonna, Accorcia in un istante lo spazio infinito. Signorina, gentile, raddoppi, la prego, È un angelo, non abbandoni il suo altare, Comprenda, comprenda, aspetto l’essenziale Ecco, hanno risposto: «Buongiorno, sono io». Cosa? La linea è ancora sovraccarica Cosa? La centrale scherza ancora con il ripetitore Che importai Resto in attesa. D’accordo Per cominciare ogni notte da zero! Zero sette, buongiorno, sono sempre io... No, non questo numero. Mi dia Magadan. Comprenda, il mio amico è dovuto ritornare là. E vorrei proprio sapere come sta. Questa notte per me è fuorilegge Di notte, io fuggo il sonno. Se mi addormento sognerò. una madonna Simile a una certa persona. Signorina, gentile, ancora io. Lusia. Non posso più aspettare, aspetterò, trattengo Il respiro. Sì, sono io, proprio io, sono a casa mia In linea! Tocca a lei! «Buongiorno, sono io».
© Gianni Da Campo. Traduzione, 1990