Qua i rami degli abeti tremano dal peso, qua gli uccelli bisbigliano allarmati, - Vivi in un bosco fatato e selvaggio, dal quale non è possibile allontanarsi. Che i ciliegi selvatici asciughino pure la biancheria al vento, che con la pioggia cadano i fiori di lillà, - In ogni caso ti porterò via nel palazzo dove suonano i pifferi. Il tuo mondo con le streghe è per mille anni nascosto a me ed alla luce, - E tu credi non ci sia niente di meglio del tuo bosco fatato. Che sulle foglie non ci sia pure rugiada di mattina, che la luna bisticci con il cielo annuvolato, - In ogni caso ti porterò via nella torre luminosa - con terrazzo sul mare. Quale giorno della settimana, a quale ora verrai prudente con me, quando ti porterò in braccio là dove non sarà possibile trovarti? Ti rapisco, se hai in animo di venire rapita, - Ho forse sprecato inutilmente così tante energie? Mi accontenterei del paradiso in una capanna, se qualcuno ha occupato la torre e il palazzo!
© Elio Berrà. Traduzione, 2008