Un pugno, ancora un pugno e un altro sullo slancio ed ecco Blek Macigno mi centra con un gancio all’angolo mi spinge, a stento me la squaglio, un appercut mi stende, (sì ieri stavo meglio). E Blek Macigno pensa, fracassandomi una spalla che la vita è proprio bella, sì è proprio una beltà. Al sette ancora striscio con le mie cugine in pianto, mi alzo, tengo e sguscio guadagno qualche punto, non è che io lo faccia perché ho in testa qualche piano, ma non so dar pugni in faccia da quando ero bambino. E Blek Macigno pensa (e mi frantuma la mascella) che la vita è proprio bella sì è proprio una beltà. Si fischia giù in tribuna: dagliene perché è un vigliacco, nel corpo a corpo mena, alle corde mi rannicchio, avanza, è un siberiano grossolano e assai ostinato gli dico: vacci piano, sei stanco, tira il fiato. Ma lui non sta a sentirmi e ansimando si scervella che la vita è proprio bella, sì l’ è proprio una beltà. Mi scassa e se la spassa con la mia incapacità la boxe non è una rissa, ma sport e bla bla bla... Colpisce, è un uragano, si accascia poi stremato e mi alzano la mano che non ha mai picchiato. La vita è proprio okay lui dice, e pensa un po’, sarà okappa per qualcuno, per gli altri è kappaò.
© Sergio Secondiano Sacchi. Traduzione, 1992
© Vinicio Capossela. Canto, 1997
© Eugenio Finardi. Canto, 2008
© Alessio Lega. Canto, 2009