Ma perchè questa terra oramai non potrebbe più accogliere un seme? Perchè mai dar per morti i vivai? No, vita e terra respirano insieme. Impedire i suoi parti non puoi perchè e come respingere il mare non è in cenere e non lo sarà mai no, è annerita dal troppo dolore. E’ squarciata da ogni trincea dai crateri di bembe è ferita i suoi nervi in questa odissea, tormentati rimangono in vita. Nell’attesa lei sopporterà non pensare che sia mutilata e nell’antica sua tonalità canterà la sua eterna ballata. Risuonando lei soffoca i suoi pianti sordi e nasconde i suoi mali la terra è l’anima e tu non puoi calpestarla con i tuoi stivali ma chi ha detto che è morta ormai? No, la terra si è solo nascosta...
© Sergio Secondiano Sacchi. Traduzione, 1992
© Eugenio Finardi. Canto, 2008