Non amo per me una fine fatale, finora la vita non mi ha stufato, non amo nemmeno il giorno nel quale sto male, oppure ho bevuto. Così non amo i cinismi spieiati e non credo al fanatismo imbecille, odio chi spia nei miei fatti privati sbirciando da dietro le spalle. Non amo chi fa tutto alla carlona o quando si interrompono i discorsi, non amo che si spari nella schiena e si speri in una forma di catarsi. Io detesto i falsi complimenti, 1 tarli del dubbio, chi sparla dietro, chi è sempre contro e gli uomini irritanti come il ferro sfregato contro il vetro. Non amo la certezza che è appagata, preferisco lo sfogo manifesto; che "rispetto" sìa parola desueta, che si calunni, questo lo detesto. Quando capita che un’ala si spezza non alzo impietosito la mia vose, io non arno violenza e debolezza, non compiango che Cristo suita croce. Non mi amo quando son vigliacco, non sopporto un incolpevole percosso, né chi nell’anima mia va afar bivacco né tantomeno chi le sputa addosso. Detesto maneggi e maneggioni dove rubli e milioni fanno testo. Quali che siano le trasformazioni nel mondo, mai amerò tutto questo.
© Sergio Secondiano Sacchi. Traduzione, 1992