L’alba, come un rasoio, ci ha strappato gli occhi Ci hanno svegliati i grilletti dei fucili Subito dopo sono apparsi i tiratori Le libellule sono decollate dal fiume fangoso E la festa può infine scatenarsi Ci sdraiamo sul ventre e ritiriamo le zanne Anche quello nascosto, rintanato sotto le bandierine Che percepisce le trappole con i polpastrelli delle zampe Anche quello al riparo dalle pallottole Si adagia e trema, paralizzato dal terrore Sorridiamo al nemico con il nostro rictus di lupo Per spaventarlo almeno un momento Il nostro sangue come tatuaggio sulla neve Firma la confessione: «Non siamo più lupi» La vita non ha mai sorriso ai lupi La nostra passione per lei è senza senso La morte invece mostra il suo gran sorriso Con denti tutti sani e forti Rannicchiati, con la coda fra le zampe, come cani Alziamo verso i cieli le nostre fauci stupite Il castigo piove su di noi dall’alto del cielo E’ la fine del mondo o è la follia che invade i nostri cervelli? Senza tregua le libellule d’acciaio ci mitragliano Fradici di sangue sotto una pioggia di piombo Siamo accerchiati, rassegnati a capitolare Sotto i nostri ventri che bruciano, la neve si scioglie L’uomo, non Dio, può divertirsi con un massacro Sparare a chi vola o a chi fugge Al nostro branco non si mescolano cani Non avreste scampo in un combattimento alla pari Lupi siamo, abbiamo vissuto e moriremo da lupi E voi siete cani e morirete da cani Sorridiamo al nemico con il nostro rictus di lupo Per spaventarlo almeno un momento Il nostro sangue come tatuaggio sulla neve Firma la confessione: «Non siamo più lupi» Verso la foresta, devo salvarne uno, Verso la foresta, lupi, le pallottole talvolta mancano chi corre! Zampe in spalla, salvate i cuccioli! Sto correndo di fronte a dei cecchini ubriachi E invoco le anime perse dei lupi I sopravvissuti sono accovacciati sull’altra riva Che cosa posso fare da solo? Nulla posso fare! I miei occhi non vedono più, le narici non palpitano più Dove siete, lupi, ieri fiere della foresta? Dove sei, mio branco, dagli occhi dorati? Io sono vivo, ma le belve mi circondano, Le belve che ignorano il richiamo dei lupi Questi cani, nostri lontani parenti Che un tempo erano prede. Con il mio ghigno di lupo sorrido al nemico Mettendo a nudo le mie zanne putride Il nostro sangue come tatuaggio sulla neve Firma la confessione: «Non siamo più lupi»
© Flavio Poltronieri. Traduzione, 2018