Al confine con la Turchia o con il Pakistan C’è una terra di nessuno. A destra, dove ci sono i cespugli, Ci sono le nostre guardie di confine assieme al capitano E, dalla loro parte, ci son le loro postazioni. E nella terra di nessuno, ci son fiori Di una bellezza straordinaria! La fidanzata del capitano ha deciso di vivere lì. È arrivata e dice: «Caro, si potrebbe...» E come non regalare un mazzo di fiori alla fidanzata? Esiston nozze senza fiori? E tutti a far bisboccia! E nella terra di nessuno, ci son fiori Di una bellezza straordinaria! A una contadina è saltato il ticchio di andare Dal loro comandante, così come da ordini. E allora dice: «Caro», parlando solo in turco, «Ci saran delle nozze», dice, «nozze, e riposo!» E nella terra di nessuno, ci son fiori Di una bellezza straordinaria! Le nostre guardie di confine, ragazzi valorosi, Si sono offerte d’andare in tre, e con loro il capitano. E come potevano sapere che proprio quella notte Pure gli asiatici avevano deciso di cogliere dei fiori per regalarli? E nella terra di nessuno, ci son fiori Di una bellezza straordinaria! Il capitano era inebriato dal profumo dei fiori, E anche il loro capitano era ugualmente inebriato. Si rotolò tra i fiori lanciando gridolini in turco, E il capitano crollò a terra gridando in russo: «Mamma...» E nella terra di nessuno ci son fiori Di una bellezza straordinaria! Il capitano dorme, e sogna Che hanno aperto il confine, come un portone al Cremlino. Col cavolo che gli ci voleva un paese straniero, Lui voleva farsi una passeggiata in una terra di nessuno. Perché non si può? Eppure la terra era la stessa, Era una terra di nessuno! E nella terra di nessuno ci son fiori Di una bellezza straordinaria!
© Riccardo Venturi. Traduzione, 2008